Torna a bruciare l’ex stabilimento Siciliani Carni, immensa struttura da anni abbandonata a se stessa, alle porte di Palo. Dopo l’incendio del 19 ottobre 2016 in cui l’ex mattatoio andò in fiamme per cause sconosciute, la struttura non è mai stata messa in sicurezza. Nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco, che pare conoscano bene il problema, più volte attenzionato, il quartiere 167 è stato ricoperto da una coltre di fumo nero, acre, probabilmente nocivo. Noi di PalodelColle.Net avevamo pubblicato un video testimonianza su ciò che si nascondeva all’interno di quella struttura alle porte del Paese, troppo vicina all’asilo nido ‘Cuore di mamma’. Le immagini, eloquenti, raccontavano di un luogo fatiscente, facilmente accessibile dall’esterno. Per anni l’ex stabilimento Siciliani, leader della macellazione carni, è stato un immenso contenitore di cisterne arrugginite, ferro, detriti, pozzi scoperti, pelli, scheletri di animali, vetri, travi, strutture fatiscenti. Un posto mai messo in sicurezza nemmeno nei cinque anni di assessorato della Grieco, moglie di Siciliani. I proprietari, unici responsabili di quel grande ammasso di immondizia, non hanno ritenuto opportuno bonificare la zona neanche dopo il primo incendio, nonostante le ordinanze sindacali in cui i cittadini sono invitati a mantenere puliti e bonificati i propri appezzamenti di terra che rientrano nel tessuto urbano. L’aggravante per il caso Siciliani è la prossimità dello stabilimento all’asilo. Oggi, a distanza di tre anni, torna a bruciare, ad avvelenare i palesi.
Non solo. Gli abitanti delle zone limitrofe hanno tante storie da raccontare su quello che succederebbe ancora, di notte tra quelle mura. Storie di lamenti di animali macellati, di spari, di carcasse trovate. Ci auguriamo che siano solo racconti di adulti fantasiosi, e non di gente che sa ma che non ha il coraggio di denunciare. Intanto si spera che la famiglia Siciliani provveda alla bonifica della struttura e che gli organi competenti possano controllare di giorno e di notte affinché quelle raccontate rimangano solo brutte storie e non la triste realtà.