Spesso capita che una maggioranza si disgreghi al suo interno, che non ci sia una condivisione di intenti e vedute: l’incubo peggiore di un sindaco. A Palo, paese di stranezze e controsensi, tutto questo avviene, ma nell’opposizione.
Un teatrino messo in scena dal primo consiglio comunale dopo le amministrative di giugno. Triste storia di un sodalizio finito male, quello tra il capogruppo di Forza Italia, Antonio Amendolara e l’ex sindaco Domenico Conte. Una collaborazione di 5 anni (infatti Conte non ha mai dichiarato una crisi all’interno della propria maggioranza, portando a termine il proprio mandato fino all’ultimo giorno) finita nel peggiore dei modi. Ora vengono fuori scheletri da armadi che per i cittadini sarebbe meglio rimanessero chiusi: l’uno accusa in consiglio, l’altro risponde sui social; Amendolara che solo ora decide di denunciare tutti i presunti interessi economici perseguiti da Conte mentre lui si dichiara innocente e vittima di strumentalizzazioni. Intanto, tra un’accusa e l’altra, dai banchi dell’opposizione viene fuori la continua denuncia di una mala gestione da parte della scorsa amministrazione celata dietro la parvenza di finti sorrisi, libretti elettorali e strette di mano.
Dalle attrezzature destinate al poliambulatorio Asl mai arrivate a destinazione (per un totale di 300mila euro), a un Pirp (Programma integrato per la riqualificazione delle periferie) bloccato per un illecito burocratico; da un asilo nido comunale inaugurato ma inagibile, ai 5 mln di euro probabilmente non più disponibili per il progetto Anas di viabilità e costruzione dei parchi a Palo dopo l’ammodernamento della Ss 96; da un Gal fallimentare ed esoso a una gara d’appalto lampo (pare ci siano voluti appena 4 giorni per presentare un progetto da 1mln di euro) per la rete pluviale; da un piano industriale per la gestione rifiuti oneroso e manchevole in alcuni punti fondamentali (come avere un adeguato centro di raccolta comunale) all’ex struttura Siciliani carni pericolosissima e mai messa in sicurezza nonostante per cinque anni a palazzo san Domenico ci sia stata la signora Grieco (in Siciliani) ad occuparsi di più assessorati. Continui colpi di scena quelli tra Conte e Amendolara che segnano il triste epilogo di un fidanzamento politico fallimentare e che solo oggi portano alla luce del sole sepolcri imbiancati, mentre i cittadini si leccano le ferite e la nuova amministrazione deve correre ai ripari.
Verrebbe da chiedere ad entrambi: perchè non avere il coraggio di denunciare prima? di tirarsi fuori dai giochi durante il proprio mandato ammettendo un fallimento ma conservando dignità e rispetto per chi li ha voluti al governo di questa città? Cosa ancora dobbiamo aspettarci che venga fuori nell’intento di ferirsi l’uno con l’altro?
E mentre c’è chi cerca di fare opposizione seria e costruttiva, come la consigliera Cutrone, in aula si continua ad assistere ad una lotta all’ultimo sangue, fatta di colpi bassi, medici che violano il proprio sacrosanto codice deontologico, offese, parolacce, urla e promesse di denunce alla Procura della Repubblica. Uno spettacolo impietoso che lascia spazio al chiacchiericcio social di due fazioni in guerra tra loro. Opposizione nell’opposizione, guerra che genera guerra e un paese in macerie che fa da scenario e che stenta a risorgere indebolito sotto i duri colpi inferti da politiche machiavelliche in cui il fine ha sempre giustificato i mezzi.