Da Palo a Matera in bicicletta: il viaggio off limits di due amici palesi

1968

161 chilometri in mountain bike. Ecco l’avventura di Manuel e Paolo, lungo il Cammino Materano. Abbiamo intervistato questa coppia di spericolati amici che, pedalando, hanno attraversato la Puglia e la Basilicata per giungere, dopo sei faticose tappe, nel cuore della capitale della cultura, Matera.

DOMANDA – Avventura e strategia. Come avete pianificato il vostro viaggio?
RISPOSTA – Abbiamo studiato e poi pedalato lungo le sei tappe del cammino materano, ripercorrendo l’antica via Peuceta. Le tappe che abbiamo percorso sono state: Bitetto-Cassano, Cassano-Santeramo, Santeramo-Altamura, Altamura-Gravina, Gravina-Picciano, Picciano-Matera. Il primo giorno è stato uno sprint, infatti siamo riusciti a percorrere quattro tappe con un totale di 94 chilometri. Siamo partiti da Bitetto e siamo arrivati a Gravina, dove abbiamo trascorso la notte. Il secondo giorno ne abbiamo percorsi 67, partendo da Gravina, attraversando il Bosco Difesa Grande, il santuario della Madonna di Picciano ed infine siamo giunti a Matera. Un totale di 161 chilometri percorsi interamente in mountain bike, attraversando vecchi sentieri, tratturi, torrenti, masserie e gravine mozzafiato. Ci hanno detto che siamo stati tra i primi ad affrontare il cammino materano in mountain bike. Invece siamo abbastanza certi di essere i primi ad aver percorso quattro tappe in un solo giorno.

DOMANDA – Un viaggio così impegnativo deve necessariamente essere accompagnato da una buona dose di motivazione, fiducia e rischio da parte di entrambi. Perchè “vi siete scelti” per questa avventura?
RISPOSTA Ci siamo conosciuti nel 2015, quando anche lui era un podista iscritto nella Fiamma Olimpia Palo. Ora Paolo Cimini è un grandissimo appassionato di mountain bike. È stata una convivenza perfetta. Ci siamo fatti forza l’un l’altro, nei momenti di difficoltà e crisi, ma – in generale – durante tutto il percorso. Io (Manuel ndr) sono stato la mente di questo viaggio, occupandomi di tutta la parte logistica (sistemazione, tracce, percorso) e lui (Paolo ndr) la parte pratica e “meccanica”. Se non fosse stato per Paolo, io avrei abbandonato già alla prima tappa, quando una brutta lesione delle ruote ci ha costretto a camminare per sei chilometri, fino a Cassano, con la bici trasportata a mano, alla ricerca di un meccanico. Abbiamo lottato contro la fatica, il caldo, la sete, i crampi, le salite, le mille difficoltà. Ma alla fine è stato un viaggio all’interno delle nostre anime, sfidando le nostre paure e debolezze.