A distanza di un anno si torna a parlare dell’azienda Siciliani spa, leader nazionale della lavorazione carni, azienda palese con oltre 500 dipendenti. Balzata agli onori della cronaca ad aprile scorso per un grosso cluster Covid scoppiato al suo interno, oggi pare distinguersi per l’immenso senso di tutela nei confronti del proprio personale tanto da organizzare, stando ad alcune indiscrezioni, una campagna vaccinale anti Covid per tutti, congiunti inclusi, a partire dal 9 aprile. Tutto molto encomiabile se non fosse che, secondo il piano vaccinale nazionale e regionale, le aziende private non rientrerebbero al momento tra le categorie con priorità.
In un periodo in cui le dosi tardano ad arrivare, così come la campagna vaccinale tarda a ingranare su intera scala nazionale, sembrerebbe impensabile che dipendenti e congiunti di un’azienda privata, possano scavalcare categorie a rischio come gli over ottanta, i malati oncologici, i più fragili. Sembrerebbe impossibile che il servizio sanitario pugliese possa agevolare l’azienda Siciliani a discapito di altri, oltre ogni disposizione normativa. E infatti la risposta ci arriva dall’ufficio stampa di Puglia Salute che chiarisce come “abbia sì recepito la disponibilità da parte delle grandi aziende che potrebbero mettere a disposizione sedi, logistica e medici competenti per eseguire le vaccinazioni” ma che “il vincolo per passare all’operatività rimangono le direttive nazionali e regionali per assicurare l’equità delle dosi e il rispetto dei criteri di priorità”. Per cui al momento “non risulta nessuna vaccinazione né programmata né prevista”. Ed è stato proprio alla Asl che ci aveva consigliato di rivolgerci Lucia Grieco, ex assessora a palazzo san Domenico, moglie di Carlo Siciliani il quale, invece, dopo averci più volte chiuso il telefono in faccia, e dopo un paio d’ore di riflessione, ci comunica che “non è in atto nessuna campagna vaccinale” per poi chiederci di non disturbarlo più. Discorso chiuso. Per lui. Perchè sarà proprio Nicola Lamacchia, presidente della cooperativa San Leonardo, che collabora con l’azienda palese a confermarci che “la proprietà ha parlato di vaccinazione dal 9 aprile per questo ci ha chiesto i nominativi di tutti i dipendenti e congiunti per capire quanti vaccini potrebbero servire. Non sappiamo altro, se la stanno vedendo i Siciliani. Prossima settimana avremo una riunione con loro per capirne di più”.
Voci di corridoio? Problemi di comunicazione interna? Farneticazioni di lavoratori stanchi? False dichiarazioni? Promesse senza fondamento? E’ solo un portarsi avanti per farsi trovare preparati? Intanto dopo le nostre domande pare che in azienda non si voglia più parlare di vaccini e chi chiede notizie a riguardo ora si sente rispondere un laconico “forse lo farete”, e noi aggiungeremmo “rispettando priorità, tempi e normative”.