“Da quando ci siamo costituiti come associazione stiamo cercando di creare un tessuto commerciale in questo paese, ma se tutte le volte ci vengono a tartassare, penso che la cosa sia difficile. La situazione del commercio a Palo è disastrosa“, queste le parole della presidente dell’associazione Palion, Maria Antonietta Corallo.
L’aumento sulla Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, sta colpendo numerose famiglie di Palo del Colle: c’è chi parla di un aumento superiore al 15%, che grava non poco sulle tasche delle famiglie palesi. Al coro di protesta si uniscono anche i commercianti che oggi attraverso l’associazione Palion, si sono incontrati in comune per discuterne insieme all’amministrazione comunale.
Noi di PalodelColle.net abbiamo intervistato la presidente.
DOMANDA – In media a quanto ammonta la Tari per ogni commerciante?
RISPOSTA – In media sono dagli 80 euro in sù al mese. È un importo che diventa di difficile sostenimento perchè si aggiunge al canone d’affitto che è piuttosto elevato.
DOMANDA – Avete delle proposte da sottoporre all’amministrazione?
RISPOSTA – Qui ci sono due problemi secondo me: uno che riguarda strettamente il settore del commercio ed uno che riguarda le politiche economiche e quindi il bilancio. Un incremento così notevole della Tari (parliamo del 16% quindi con all’incirca 490mila euro in più all’anno precedente) significa che effettivamente ci sono dei problemi che vanno risolti. Non spetta a noi trovare delle soluzioni perchè appunto sono di natura della politica economica. Queste scelte le fa chi governa e di questo deve darne conto alla fine del mandato. Noi possiamo fare delle proposte. Il fondamento della Tari è che ciascuno di noi deve pagare secondo quanto sporca. Questo presuppone che ci deve essere una quota variabile della Tari (una parte fissa uguale per tutte le attività commerciali e abitazioni ed una variabile che dipende dalla produzione di immondizia). Dagli atti io ho notato che invece a Palo è stata adottata la tariffa unica, quindi tutti noi paghiamo una tariffa a seconda della propria categoria commerciale. Faccio un esempio banalissimo: io ho una gioielleria e non produco immondizia tanto quanto un bar o una pizzeria e pago alla stessa maniera. Questa non è una tassa equa. Suppongo che ci sia un elenco di categorie del commercio ma all’interno della stessa categoria ci sono delle differenze e il comune dovrebbe avere un tariffario specifico. A questo punto per quanto concerne le abitazioni qualcuno potrebbe dire “Ho una famiglia numerosa e graverebbe sulle famiglie non abbienti”, io rispondo che esistono delle agevolazioni con la presentazione dell’Isee e il problema sarebbe risolto, facendo diventare la Tari una tassa più equa“.