“È venuto a mancare quello che per me era il baricentro, ovvero l’allargamento della coalizione che mi invitava ai partiti e alle persone di buona volontà, moderate e centriste, e nelle quali mi riconosco“. Attraverso un comunicato stampa Raffaele Elia ritira la sua candidatura a sindaco di Palo del Colle. Di seguito riportiamo le sue dichiarazioni:
“Con un articolo del 20 luglio 2020, la Gazzetta del Mezzogiorno mi indicava come candidato sindaco del centro-destra a Palo del Colle per le amministrative di metà settembre. In effetti, a fine giugno, raccoglievo quell’invito perché la città potesse tentare un governo futuro dentro il perimetro del bello e del vivo, della sicurezza e del lavoro, della solidarietà e della cultura. Ero e sono convinto che possano risvegliarsi le coscienze e le buone intenzioni anche dei tanti giovani talenti che la città ha il dovere di ascoltare.
Ponevo comunque la condizione e, in ogni caso l’intenzione, che la coalizione si allargasse con partiti, gruppi politici, movimenti civici e associazioni in linea con l’idea di un programma che in quell’articolo si ritrova sintetizzato“.
“L’allargamento di una coalizione era ed è l’argine del buon senso che in politica riesce ancora a darti la direzione giusta. C’era anche un di più che ho raccontato nei miei incontri: ovvero un mio impegno assolutamente gratuito per non gravare sulle casse comunali nei cinque anni dell’eventuale mandato, e la necessità che l’azione politica partisse da un’educazione alla cultura e dalla presenza sul territorio delle scuole superiori e di agenzie per la formazione continua“.
“Non vengo meno al mio impegno per una politica gentile e all’uso di un vocabolario diverso nel racconto della solita liturgia politica che si celebra in queste circostanze.
Dico soltanto che l’allestimento di questo nuovo set per la città non ha dato i risultati che mi aspettavo“.
“È venuto a mancare quello che per me era il baricentro, ovvero l’allargamento della coalizione che mi invitava ai partiti e alle persone di buona volontà, moderate e centriste, e nelle quali mi riconosco, che intendessero questo tempo di mezzo come quello della buona semina piuttosto che quello del buon raccolto“.
“Probabilmente alle rendite di posizione e a coloro che aspettano Godot non ho saputo contrapporre un linguaggio convincente e affascinante e di questo me ne dolgo.
Non sono stato creativo e forse non ho ornamentato bene la mappa di un futuro migliore tanto necessario per questa città“.
“Sicché, più con la ragione che con il sentimento, ho rinunciato alla proposta ringraziando i partiti che mi hanno invitato.Ringrazio anche tutti i miei amici, le donne e gli uomini che mi hanno accompagnato in questo primo tratto di strada, costruendo con me i presupposti di una loro diretta partecipazione alla competizione elettorale“.