“Da domani tutto sarà diverso, ci saranno problemi perché l’armonia di questa maggioranza è stata minata”. Sono le parole del sindaco Conte prima del suo voto a favore dell’incompatibilità di Antonio Amendolara (Pdl).
Il consigliere di maggioranza è dunque incompatibile secondo quanto deciso ieri dal consiglio comunale con 11 voti favorevoli (l’intera opposizione, Lista Conte, Mep, il sindaco e il presidente Nicola Cutrone), 5 astenuti (Pdl e Socialisti) e zero voti contrari.
Ma ricostruiamo la vicenda. Il consiglio del 6 maggio aveva discusso su un parere positivo espresso dal Ministero degli Interni, in seguito a un quesito posto dallo stesso segretario comunale Alfredo Mignozzi, circa l’incompatibilità di Amendolara a ricoprire la carica di consigliere. Il dubbio nasceva dal fatto che fosse anche progettista di alcuni Pue (Piani urbanistici esecutivi) a Palo del Colle. Il probabile conflitto d’interesse era stato portato all’attenzione del Ministero degli Interni e della Prefettura i quali, hanno espresso parere favorevole circa l’incompatibilità del capogruppo Pdl ma, hanno rimesso al consiglio comunale il compito di fare una scelta. Amendolara ha avuto di tempo dieci giorni per annullare le cause di presunta incompatibilità o controdedurle. Il Consiglio ieri ha bocciato quanto da lui presentato.
Pesanti le accuse dell’opposizione, soprattutto quelle di Cutrone (Sel): “Il consigliere-progettista nelle sue controdeduzioni prova a distorcere la realtà. Questo atteggiamento non fa altro che minare l’autorevolezza di quest’ Organo agli occhi dei cittadini che avvertono la politica come perseguimento di fini personali – e ancora – […] Al consigliere Amendolara non interessa migliorare la vivibilità della nostra città, ma persegue fini personali, facendosi strumento istituzionale per rappresentare gli interessi del mondo dell’edilizia, che hanno finalità d’impresa e quindi di massimizzare i profitti. […] Dopotutto non sarà un caso che su nove Pue, l’ing. Amendolara è progettista di otto di questi, quali i comparti A9, A12+G, A7, lottizzazione Siciliani, A8A, A2, A3, comparto di tipo B lettera A – e conclude – […] Questo è solo un altro passo per difendere la città da chi in questi anni ha tentato e tenta di metterci le mani sopra […]”
Imprevista la richiesta scritta alla Prefettura, da Amendolara, di una Commissione d’inchiesta. Inutile la tenace difesa del consigliere Della Guardia (Pdl) che ha così commentato: “Non posso tollerare che qualcuno accusi il mio capogruppo di aver messo le mani sulla città e soprattutto che questa maggioranza non dica una parola in sua difesa. Per questo penso che la cosa sia voluta. Io ho letto il rapporto del Ministero e la mia domanda rimane la stessa: questo rapporto di lavoro formale tra Ente Comune e Amendolara si è concretizzato o no, esiste o non esiste?”
A questo punto il dubbio rimane: scelta politica o scelta giudiziaria?
Il leader di Realtà Pugliese, Nicola Terlizzese, non le manda a dire e parla di “delegittimazione dello Stato qualora non si accettasse il parere del Ministero degli Interni e si votasse contro l’incompatibilità del consigliere ”.
Ed è proprio a questo che si è ricollegato Conte, e prima di lui D’Agostino, nel suo intervento finale: “Ho il dovere di rispettare il parere del Ministero e della Prefettura in quanto massime autorità. Questa amministrazione ha prodotto tante delibere anche e soprattutto grazie all’ Amendolara. Oggi dunque, non stiamo votando per cacciare o meno un consigliere ma solo ed esclusivamente perché il Ministero ce lo chiede in quanto ravvisa una causa di incompatibilità”.
Ora il capogruppo del Pdl ha ancora dieci giorni per decidere se rinunciare all’incarico di progettista Pue o a quello di consigliere. Intanto però, la maggioranza si spacca sotto gli occhi di tutti e da “domani nulla sarà più lo stesso” ammette imbarazzato Conte.