Nessuna sanificazione, nessuna chiusura, nessun tampone. Le denunce arrivano dall’interno dell’azienda Siciliani, colosso della macellazione delle carni alle porte di Palo, dove i dipendenti iniziano ad aver paura. E sì, il Covid fa più paura dei modi poco ortodossi di un capo d’azienda. La paura di ammalarsi è tanta e i dipendenti chiedono che siano prese tutte le misure per il contenimento del virus. I casi al momento sarebbero 4, di cui uno ospedalizzato supportato da ossigeno. Ma quanti sono veramente i positivi?
Il commissario prefettizio tranquillizza, garantendo che “sono in atto le procedure previste dalla Asl” e che al momento “non è prevista nessuna chiusura dell’azienda”. Ma è proprio quello che i cittadini di Palo chiedono al colosso Siciliani: chiudere e sanificare. Dal comando dei Carabinieri ci fanno sapere di non essere stati informati di nulla, ne ci sono in atto disposizioni di chiusura e che dovrebbe essere il commissario Riflesso, di concerto con la Asl a gestire la delicata situazione. A tal proposito i dirigenti sanitari, Drago e Pagone, pare abbiano da subito attuato i protocolli operativi previsti dalla Regione Puglia in caso di contagi Covid.
Nel frattempo però la preoccupazione è che l’azienda, rimanendo operativa, rischi di trasformarsi in un pericoloso focolaio, considerata anche la presenza di tanti dipendenti provenienti da Bitritto, paese già colpito duramente dall’epidemia di Covid-19. E anche se c’è chi giurerebbe che all’ingresso venga misurata la temperatura corporea, che non venga più concessa la pausa acqua e caffè all’interno dell’azienda, al momento ci sono dipendenti che presentano lievi sintomi da coronavirus, come tosse e febbre. Per questo è fondamentale non abbassare la guardia in un momento così delicato, mantenendo il distanziamento sociale e utilizzando i dispositivi personali come guanti e mascherina. Rimanete a casa.
Ma i dubbi sono tanti: l’azienda ha applicato da subito tutte le misure di prevenzione alla diffusione del Covid? Ai dipendenti erano stati forniti dpi? erano rispettate le distanze di almeno un metro? Dato l’alto numero di lavoratori sono stati previsti turni per evitare assembramenti? I camion con merce proveniente da fuori regione rispettavano le norme prescritte? Quanta responsabilità ha l’azienda Siciliani in questa situazione?