161 chilometri in mountain bike. Ecco l’avventura di Manuel e Paolo, lungo il Cammino Materano. Abbiamo intervistato questa coppia di spericolati amici che, pedalando, hanno attraversato la Puglia e la Basilicata per giungere, dopo sei faticose tappe, nel cuore della capitale della cultura, Matera.
DOMANDA – Avventura e strategia. Come avete pianificato il vostro viaggio?
RISPOSTA – Abbiamo studiato e poi pedalato lungo le sei tappe del cammino materano, ripercorrendo l’antica via Peuceta. Le tappe che abbiamo percorso sono state: Bitetto-Cassano, Cassano-Santeramo, Santeramo-Altamura, Altamura-Gravina, Gravina-Picciano, Picciano-Matera. Il primo giorno è stato uno sprint, infatti siamo riusciti a percorrere quattro tappe con un totale di 94 chilometri. Siamo partiti da Bitetto e siamo arrivati a Gravina, dove abbiamo trascorso la notte. Il secondo giorno ne abbiamo percorsi 67, partendo da Gravina, attraversando il Bosco Difesa Grande, il santuario della Madonna di Picciano ed infine siamo giunti a Matera. Un totale di 161 chilometri percorsi interamente in mountain bike, attraversando vecchi sentieri, tratturi, torrenti, masserie e gravine mozzafiato. Ci hanno detto che siamo stati tra i primi ad affrontare il cammino materano in mountain bike. Invece siamo abbastanza certi di essere i primi ad aver percorso quattro tappe in un solo giorno.
DOMANDA – Un viaggio così impegnativo deve necessariamente essere accompagnato da una buona dose di motivazione, fiducia e rischio da parte di entrambi. Perchè “vi siete scelti” per questa avventura?
RISPOSTA – Ci siamo conosciuti nel 2015, quando anche lui era un podista iscritto nella Fiamma Olimpia Palo. Ora Paolo Cimini è un grandissimo appassionato di mountain bike. È stata una convivenza perfetta. Ci siamo fatti forza l’un l’altro, nei momenti di difficoltà e crisi, ma – in generale – durante tutto il percorso. Io (Manuel ndr) sono stato la mente di questo viaggio, occupandomi di tutta la parte logistica (sistemazione, tracce, percorso) e lui (Paolo ndr) la parte pratica e “meccanica”. Se non fosse stato per Paolo, io avrei abbandonato già alla prima tappa, quando una brutta lesione delle ruote ci ha costretto a camminare per sei chilometri, fino a Cassano, con la bici trasportata a mano, alla ricerca di un meccanico. Abbiamo lottato contro la fatica, il caldo, la sete, i crampi, le salite, le mille difficoltà. Ma alla fine è stato un viaggio all’interno delle nostre anime, sfidando le nostre paure e debolezze.