Anna Zaccheo: “O cambia la nostra mentalità, o non vivremo mai veramente. Voglio concittadini che lascino una terra viva ai nostri figli”

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SmartCity ha aperto i battenti. Primo evento in calendario per il festival delle periferie è stato il dibattito “La terra dei figli” al quale hanno preso parte il sindaco di Palo del Colle Anna Zaccheo, l’attore Gianni Ciardo e Gerardo Cutrone, direttore dell’Istituto Bancario BCC degli Ulivi Terra di Bari.

Durante il dibattito, il primo cittadino ha definito questo festival un “tripudio di cultura” fatta non solo di arte e musica, ma anche di spunti di riflessione. Invita tutti a fermarsi e lasciar sedimentare le parole, perché da esse nascono le idee, idee che possano concretizzarsi in realtà come Rigenera. Come dichiara, anche lei ama frequentare il laboratorio urbano, “un posto che pullula di anime giovani, uno spazio che viene offerto a tutti e che garantisce quell’aggregazione sociale che ormai si è persa”. Si augura che Rigenera possa essere un esempio, un invito all’audacia, un’utopia da allargare alla periferia.

Citando Renzo Piano, Anna Zaccheo esorta i cittadini a guardare la periferia con “occhiali” diversi. “Proviamo a vedere la periferia come una fabbrica di idee, come la città del futuro” dice, “solo così potremo permetterci di lasciare una terra non desolata, come a volte si paventa, ai nostri figli”. Ma non si riferisce solo alla periferia della nostra cittadina. Palo, infatti, rappresenta quella che è la periferia della Città Metropolitana di Bari e può diventare, secondo lei, “un paese che smette di essere fanalino di coda se tutti quanti recuperassimo quel senso civico, quel senso di appartenenza, perché senza questo salto non riusciremo mai a diventare comunità, ad amare il nostro paese e a portare avanti quella politica generativa di cui ha parlato Guglielmo Minervini”.

Il primo cittadino sa che si tratta di un cammino lento, ma ribadisce quanto sia importante la cultura per poter fare quel salto di qualità. “O cambia la nostra mentalità, il nostro modo di pensare e di vedere, oppure sopravvivremo e non vivremo mai veramente. Io non voglio che concittadini sopravvivono. Io voglio concittadini che vivano e lascino una terra viva ai nostri figli”.

Ed è proprio a proposito di figli che affronta anche il tema del depauperamento sociale: l’allontanamento dal paese natio è tanto sognato dai nostri ragazzi perché vedono una realtà differente al di fuori di Palo. “Io mi sentirò amministratore onesto se produrrò una terra capace di attrarre i nostri cervelli perché possano portare frutto a Palo, perché possano creare economia, perché possano dare spazio alle proprie potenzialità a Palo e perché Palo del Colle non rimanga più la periferia, nell’accezione negativa del termine, della Città Metropolitana, ma possa essere centro di menti che producono qualcosa sul territorio. La risposta non è nell’assistenzialismo che abbiamo voluto creare negli anni, che è molto comodo per ottenere facili consensi. Io preferisco passare dalla porta stretta, ma lasciare un seme che possa germogliare e di cui i miei figli ed i figli dei nostri figli possano raccogliere i frutti”.

Dopo aver ascoltato gli interventi di Gianni Ciardo e Gerardo Cutrone, proprio a quest’ultimo il sindaco lancia una domanda provocatoria: “Palo ha un’origine agricola tuttavia, quella che è la nostra vocazione territoriale è ormai appannaggio dei padri. Pochissimi sono i figli che decidono di diventare imprenditori. Che possibilità ha un ente di credito di rischiare con l’agricoltura che è la nostra vera risorsa, con tutti i pericoli ed i rischi connessi ad essa? È possibile rivalutare quella che è la nostra origine? Ma, soprattutto, è possibile che anche coloro che non posseggono proprietà possano fare impresa partendo dall’agricoltura?” La risposta di Cutrone è affermativa: esistono finanziamenti, contributi, investimenti in un settore poco rischioso come quello dell’agricoltura, quindi a condizioni agevolate.

L’invito celato dietro le parole del sindaco Anna Zaccheo è quindi ad osare, a credere, a condividere le proprie idee. Rigenera non è un’utopia, bensì un esempio.