“Il cancro non mi fa paura”: come una passione può salvare la vita

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Lorenzo Mondelli, pianista 23enne di Palo del Colle, racconta come la musica lo abbia salvato durante la sua battaglia contro il cancro e come adesso voglia aiutare gli altri pazienti con gli eventi “Note positive – l’arte per guarire”.

Il 30 settembre presso l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II a Bari, si svolgerà la seconda edizione di Note Positive il cui ricavato sarà utilizzato per migliorare concretamente la quotidianità dei pazienti in cura.

“Pensare ad altro, avere un obiettivo fisso ed impegnarsi a raggiungerlo nonostante la malattia: questa è la chiave per affrontare psicologicamente al meglio una diagnosi di questo tipo”. A riferirlo è proprio il pianista di Palo del Colle, creatore del ciclo di eventi “Note Positive – l’arte per guarire“, nonché ex paziente al quale, due anni fa, è stato diagnosticato presso l’istituto oncologico, un linfoma di Hodgkin.
“Ho creato questa attività per il semplice scopo di restituire ciò che l’ospedale mi ha dato – continua Lorenzo MondelliServono iniziative nuove, anche per il post terapia, la strada è ancora lunga e io voglio contribuire come posso, usando la musica”.

Il ricavato della serata sarà interamente devoluto alla onlus PH8 di Nick Difino, l’associazione che si occupa di promuovere il benessere della persona colpita da tumore: dall’assistenza pratica a quella psicofisica del paziente durante e soprattutto dopo la terapia. L’evento, supportato dall’Istituto oncologico, vedrà la partecipazione di altri ex pazienti come appunto Nick Difino, Gianluca Cornacchia e tanti altri professionisti riuniti per un unico scopo: sensibilizzare ed esorcizzare la paura della malattia, raccontando storie piene di passione e di voglia di vivere.

La ricerca ha fatto passi da giganti aumentando la possibilità di sopravvivenza delle persone affette da forme anche molto aggressive di tumore, ma dopo? Cosa succede al corpo e alla mente dopo una chemioterapia? Al momento non c’è nessun tipo di rete sanitaria che aiuti il “sopravvissuto” al termine delle terapie a reintegrarsi nella vita di tutti i giorni, soprattutto dal punto di vista psicologico.