I palesi non hanno apprezzato l’iniziativa di distribuire contenitori di acqua per i randagi. Quello che nasceva come un piccolo gesto di civiltà, sensibilità al tema del randagismo e voglia di cambiamento è stato drammaticamente bocciato da chi è troppo gretto per queste ‘rivoluzioni’ sociali. Le vaschette blu con su scritto ‘Io bevo qui’ destinate a dare un minimo sollievo a tutti quei randagi in cerca di acqua durante le calde giornate d’estate, sono state puntualmente rimosse subito dopo essere state distribuite. “La prima a sparire è quella su corso Vittorio Emanuele – ci fa sapere la promotrice dell’iniziativa Valentina Bitetto – poi a seguire in zona Madonna della Stella, parchetto Rosso alla 167, e Auricarro”.
Eppure da nord a sud sono tante le iniziative di questo genere adottate in diversi paesi e ben accettate dai cittadini. Perchè a Palo no? Perchè a Palo mai nulla cambia dentro e fuori il palese stesso?
Dalla polemica scoppiata sui social si evince come i randagi siano considerati un gravoso problema da eliminare completamente addirittura con il continuo intervento del famigerato accalappiacani, altri pensano che i contenitori sporchino le strade di un paese che in realtà di pulito non ha nulla, o che gli animali in quanto tali non rappresentino una priorità o, ancor peggio, che distribuire acqua e cibo sia illegale. Non solo questa pratica non è illegale ma è prevista dalla legge nazionale 281/1991 sulla tutela degli animali randagi. A confermarlo una sentenza del 2012 del Tar Puglia contro il divieto indetto dal comune di San Vito dei Normanni di distribuire acqua e cibo per strada.
Insomma nulla vieterebbe di prendersi cura dei nostri amici a quattro zampe meno fortunati se non l’ignoranza atavica di alcuni cittadini poco informati e poco sensibili, gli stessi che preferiscono acquistare invece che adottare, cacciare invece che accogliere. Improvvisamente, in un paese in cui si produce sporcizia, si vive tra i rifiuti abbandonati nei luoghi di incontro come i parchi, quando si parla di vaschette d’acqua per cani l’attenzione va subito al decoro urbano, alla pulizia. Prendersi cura di un animale in difficoltà, sfamarlo e dissetarlo è un dovere morale oltre che un obbligo civile. Forse basterebbe un’ordinanza comunale che vieti la rimozione dei contenitori i quali, si spera, vengono riposizionati puntualmente.
Per fortuna esiste chi con le proprie forze porta avanti un’unica missione: prendersi cura di cani indifesi che, nonostante la cattiveria subita dall’uomo, continuano a guardarti con i loro occhioni grati e malinconici , in attesa di una carezza.