Quattro firme per difendere la Scuola di tutti e di ciascuno.

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Si apre col botto la campagna referendaria ‘4 firme per la scuola pubblica’ al Rigenera di Palo del Colle.

Grande partecipazione delle insegnanti, mamme e gente comune pronta a battersi contro la famigerata Buona Scuola del governo Renzi.

Ad organizzare l’incontro le associazioni Genitori Gen.os onlus e l’Antenore Guaccero, con Giuseppina Matuozzo come rappresentate, oltre alle docenti Maria Teresa Capozza e Antonella Azzone impegnate attivamente sui social e sul campo.

I quattro punti che si chiede di abrogare sono: le norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private, quelle sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e/o confermare i docenti, le norme sull’obbligo di almeno 400/200 ore di alternanza suola lavoro e infine quelle sul potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione.


“Questa è la riforma più brutta degli ultimi anni, perché non è attenta ai ragazzi ma guarda dall’alto” così la docente di matematica e fisica al liceo Amaldi di Bitetto, Antonella Azzone in un’intervista a margine di conferenza: “non si parla assolutamente di didattica, di quello che dovremmo trasmettere ai ragazzi, ma solo dei poteri intoccabili dei presidi: possono decidere la nomina dei docenti e premiarli. Non è più la scuola di tutti e di ciascuno ma è di pochi eletti. Questo è anticostituzionale”.


Domanda – In altri paesi del mondo la Scuola è privata. Perché in Italia quando si parla di privatizzazione si scalpita?

Risposta – In Italia c’è molto clientelismo e se si dovesse privatizzare la Scuola la meritocrazia scomparirebbe. Veniamo da una storia diversa, non possiamo copiare gli altri, le leggi si tarano in base alla realtà del Paese.

Domanda – Qualora non dovessero essere abrogati questi punti cosa ci si aspetta?

Risposta – Io sono molto ottimista quindi penso riusciremo a raggiungere un quorum. Deve essere un segnale forte contro un Governo che ha fatto questa riforma sulla fiducia, o questo o andiamo a casa. Io la chiamo velata dittatura, non democrazia. Qualora non dovesse succedere ammetto con rammarico che sto pensando di andar via da questo Paese. L’Italia non offre un futuro per i nostri figli