L'editoriale di Denny Pellegrino

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Svegliarsi la mattina e trovare un cane agonizzante dietro la porta di casa perché troppo malato, denutrito, infreddolito. Svegliarsi la mattina e guardare la morte negli occhi di un essere vivente troppo stanco anche solo per respirare. Sarà una metafora triste di questo Paese triste? Dalla serie: “lì fuori c?è solo morte”? Morte sociale, culturale, valoriale, economica. Morte. E? da anni che si pone all?attenzione delle diverse amministrazioni il problema randagismo, inaccettabile, inumano e anacronistico.

Certo, nel famigerato periodo storico in cui viviamo, in cui 1 italiano su 3 non ha un lavoro, in cui lo Stato vessa i cittadini fino al suicidio, in cui i giovani diventano vecchi in attesa di un lavoro non saranno i cani a dover suscitare quel minimo di attenzione di cui meriterebbero. Allora ammazziamoli tutti così non li vedremmo come fantasmi in giro per il Paese?

E? strano come per i Piani Urbanistici l?amministrazione Conte abbia smosso i piani alti, con tenacia e caparbietà, ottenendo quello che era giusto per un Paese. E? encomiabile come per la tassa sui Rifiuti Urbani i nostri amministratori dedichino ore del loro preziosissimo tempo a discuterne, deliberare, stabilire, combattere, chiedere, rimandare consigli. Certo fa molto più ?figo?, come si suol dire, ricordare un sindaco per i lavori della ss. 96, per i parchi, il poliambulatorio Asl, l?edilizia, le luccicanti e costose feste del SS. Crocifisso piuttosto che per aver salvato quattro cani randagi, pieni di zecche, brutti e malati.

Vergogna! Vergogna a chi ancora abbandona il proprio animale per strada, a chi fa finta che il randagismo non sia una piaga sociale, a chi in questo momento leggendo la mia denuncia pensa che ci siano problemi più gravi da risolvere o pensa a quello che è stato fatto rispetto ad altre amministrazioni, facendo a gara di meriti ma mai di demeriti. Gli animali sono vite e privarle della propria dignità, del rispetto, della salute è un reato. Far finta di nulla è un insulto a chi un?intelligenza e una coscienza ce l?ha ancora. Pensare che si stia facendo il possibile per questo problema è il danno oltre la beffa. Se ho imparato qualcosa osservando dall?esterno i nostri politici è che se vogliono qualcosa la ottengono; se ci tengono ad un progetto sono capaci di prosciugare le loro ghiandole salivari pur di raggiungere in qualche modo l?obiettivo che si sono prefissi. La realtà è che i cani non interessano a nessuno a parte a quei quattro volontari stanchi e squattrinati o a pochi Vigili Urbani che vanno oltre il loro dovere, cercando addirittura adozioni su facebook. I cani randagi non portano soldi, detta in maniera dura e cruda; sono un brutto affare.

Ecco, a tal proposito vorrei dire un?ultima breve cosa. In paesi dell?Umbria, quel cattivo affare, quella massa di tappetini pieni di pulci sono diventati un business oltre che un esempio di civiltà sociale. Oasi dedicate ai trovatelli e alle famiglie che imparano il rispetto per gli animali, il valore dell?adozione di un randagio, l?importanza della pet terapy per i bambini e i malati, l?amore per tutte le forme di vita.

La giornata dedicata ai cani randagi non è abbastanza? Si fa di più. L?idea di sostenere economicamente chi adotta un cane non funziona? Si pensa ad altro. Non ci si può fermare e non vedere un problema reale, lavandosi le proprie coscienze con quel poco che si è fatto e non pensando a quanto tanto si potrebbe e dovrebbe fare ancora. La Regione non ha solo gli uffici dedicati all?edilizia.

Il politico dovrebbe educare il proprio Paese ma se manca egli stesso di educazione e sensibilità allora è un Paese allo sfascio, allora la mattina ci sveglieremo e fuori di casa ci sarà ancora morte.